Il mercato delle riprese tv nell’entertainment e nello sport si è richiuso in se stesso negli ultimi anni producendo, in pratica, una certa concentrazione di forze nelle mani di poche realtà produttive molto specializzate.
Oltre a essersi piuttosto contratti nel numero, i service di produzione che fisicamente realizzano le riprese degli eventi sportivi dai campi, in questi mesi di pandemia diffusa e di stop e cancellazione degli incontri dal vivo, hanno sofferto moltissimo, preparandosi al meglio a una agognata “ripartenza”.
In comune possiamo dire che tutti hanno investito questo tempo di immobilità e di distanziamento sociale innescando aggiornamenti tecnici, puntando sulla didattica del personale che si troverà ad operare sempre di più nel dominio IP e adottando distanza interpersonale e presidi igienici minimi come mascherine, guanti, gel disinfettanti e controlli di temperatura ripetuti.
Inoltre, tutti – sicuramente in completa cooperazione coi produttori e detentori dei diritti dei programmi sportivi e coi broadcaster – hanno cercato di “fare sistema” e mettere in atto concreti piani di adeguamento ai dettami della sicurezza imposti dalla pandemia Covid-19.
Ciascuno però ha messo in campo anche risoluzioni unilaterali al fine di cominciare a progettare il “nuovo futuro” o “prossimo futuro”, consapevoli che l’imperativo sia innanzitutto una maggiore attenzione alla sicurezza e la tutela della salute di tutti e che lo sport -soprattutto il calcio- sia il volano economico globale che non può più restare ancora fermo.
Abbiamo chiesto ad alcune aziende specializzate nelle riprese e service televisivi, precisamente L’Opera BVS di Foggia in Puglia, Cinevideo di Chieti, Abruzzo, Videe spa, di Pordenone, Friuli e Global Production Srl di Torino, Piemonte, di fare il punto della situazione.
In questa prima parte sentiamo il parere di L’Opera Broadcast Video Service e di Cinevideo.
L’Opera Broadcast: ridurre, in sicurezza (Puglia)
“Gli eventi sono fermi ma noi certamente no.” Così esordisce Michele Infante Amministratore Delegato, titolare e socio fondatore con altri sette professionisti del settore de l’Opera Broadcast. “Siamo fermi dal 15 marzo, data in cui abbiamo ripreso l’ultima partita disputata a porte chiuse a Firenze.
Di solito ci occupiamo di 3 o 4 produzioni sportive, calcio, basket, automobilismo e molte convention, con 4 mezzi mobili propri che generano anche grafica, immagini da camere onboard, uplink satellitari”.
Da quella data hanno fatto uso di cassa integrazione e non hanno avuto richieste di lavoro, in pratica non rimandi degli incontri, ma disdette.
Sono in standby pronti per riprende col calcio prima possibile e con l’automobilismo ai primi di luglio, decisi a ridurre le perdite.
Il lavoro di questo periodo li ha visti impegnati a preparare un protocollo operativo a più mani col medico del lavoro e l’ingegnere della sicurezza.
Michele infante prosegue: “Abbiamo varato un comitato di controllo che farà rispettare l’applicazione di queste misure preventive e, a breve, tale protocollo verrà distribuito ai clienti per rassicurarli di una ripartenza in sicurezza.
Il problema maggiore è -ovviamente- la distanza di sicurezza tra le persone non certo ottimale sulle regie mobili.”
Anche i clienti stanno studiando protocolli che verranno condivisi; ad esempio qualcuno parla di una tenda dedicata ai controlli della temperatura di tutti.
Non ci saranno più i pass permanenti ma ad ogni accesso sarà indispensabile il controllo della temperatura.
Ognuno sta inventando criteri diversi che saranno da considerare ed è auspicabile che tali nuovi protocolli vengano condivisi prima possibile.
Le misure di sicurezza a bordo prevedono la nomina di un ispettore responsabile che bloccherà l’ingresso non autorizzato alla regia e verificherà il rispetto dei DPI previsti.
Michele Infante dice: “L’idea più originale di questo periodo -secondo me- è la riduzione del modello produttivo: invece di utilizzare le 15 telecamere come standard, possiamo produrre ogni evento sportivo con 5 telecamere, cosicché il personale ridotto ha a disposizione a bordo una propria zona di sicurezza, oltre a mascherina e guanti.
Fino a sette zone sono disponibili e tutto il personale è protetto.
L’ultima partita da noi ripresa è stata giocata a stadio vuoto, senza pubblico, e a mio parere la resa televisiva era piuttosto povera, come se mancasse il 50% del prodotto mediatico.
In passato abbiamo realizzato per la RAI riprese di partite di calcio con tre telecamere e il risultato era comunque ottimo. Si tratta quindi di creare il giusto modello produttivo, modulato su un compromesso intelligente tra sicurezza e spettacolarità.
Dove sarà inderogabile lavorare con più di 5 telecamere, adotteremo dei pannelli in plexiglass nei mezzi mobili per controbattere l’assenza della distanza minima, per esempio tra addetto RVM e controlli camere.
Su tutti i nostri mezzi, inoltre, abbiamo optato per l’adozione di ionizzatori, gli stessi impiegati per combattere il virus nelle sale di terapia intensiva ospedaliera.
Sarà anche presente una nuova figura di ispettore con scanner per la temperatura e si farà uso di un ingresso unico seriamente controllato.
Dovremo fare uso di stanze singole in albergo per tutta la troupe e un’altra novità che inciderà sui costi è che per rispettare il protocollo, tutti gli spostamenti in auto (anche dalla venue all’albergo) non possono coinvolgere più di due persone per auto. Basti pensare alla produzione di una settimana all’estero per capire l’entità dell’esborso economico che dovremo affrontare.”
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